Primi incontri del Gruppo Carità e Missione

L’idea embrionale di dar vita a un Gruppo di Giovani che si delineasse come costola della Commissione Carità si è andata concretizzando in questi mesi di avvio dell’attività parrocchiale e pastorale, dapprima costituendone la fisionomia e le caratteristiche e poi gli obiettivi a medio e lungo termine. Il Gruppo pone al centro della propria riflessione e ha come indirizzo d’azione le due tematiche della Carità e della Missione, declinate a partire dal contesto vicino dell’Oratorio ma senza per questo escludere aperture future verso altre situazioni che si potranno eventualmente proporre. A tal proposito e proprio su richiesta dei ragazzi partecipanti all’avvio di questo percorso, è emersa l’esigenza forte di educare e formare la propria sensibilità perché possa poi essere messa al servizio della comunità in modo operativo. Nei mesi di novembre e dicembre sono stati pertanto organizzati tre incontri che hanno raccolto le testimonianze di alcune figure di riferimento nei settori soprattutto della Carità, senza escludere ovviamente anche quello della Missione, proprio come, tra l’altro, suggerisce di intendere il valore di questa parola il tema dell’anno: “Io sono una Missione # per la vita degli altri”.  

Questi incontri, la cui bellezza è segno della loro importanza, si sono rivelati essere occasione di ascolto e di conoscenza vera e diretta di realtà -quella degli immigrati e migranti e quella dei Rom- di cui si sente quotidianamente parlare, ma su cui c’è talvolta poca chiarezza e molti punti interrogativi. Il primo e il terzo appuntamento hanno visto il coinvolgimento diretto di operatori Caritas e della Cooperativa C.A.T. impegnati da anni nei progetti di sostegno e inclusione delle comunità Rom del Poderaccio e di Sesto Fiorentino. Per quanto consapevoli della complessità della questione e dell’insufficienza del tempo a disposizione per poter avere una panoramica completa dei vari ambiti di intervento, il Gruppo ha scoperto quanto sia necessario avvicinarsi a questa realtà abbandonando molti pregiudizi che influenzano il punto di vista comune. Le attività principalmente descritte sono state quelle indirizzate a bambini e giovani, al loro rapporto con la scuola e, più generalmente con la società. Ma al di là del valore di queste azioni, che hanno alla base sempre un’attenzione per la singola persona e per la sua storia, e la coscienza che l’avvicinamento deve procedere secondo i criteri della delicatezza e della sensibilità, traspare l’idea che questo servizio coinvolge gli operatori e gli educatori a livelli molto profondi, tanto che le parole non bastano e sono sostituite da una commozione che rende quasi ineffabili le situazioni vissute, e che, pur andando “in missione per dare” il ricevuto in termini di apertura della mente e del cuore è sempre una incredibile sorpresa.

Durante il secondo incontro sono intervenuti il direttore di Caritas e il Responsabile delle strutture di accoglienza; dopo aver ripercorso la storia di Caritas, il suo nascere come strumento di espressione della Carità a partire dalla consapevolezza che essa non è semplicemente un fare ma è un vivere la Parola del Signore, sono stati presentati al Gruppo i vari ambiti di intervento che vedono l’organismo pastorale impegnato in prima linea quotidianamente. Sebbene tali spazi siano anche di molto differenti fra loro (le mense, la gestione delle strutture di accoglienza, gli sportelli d’ascolto, il lavoro con i giovani nelle scuole, il servizio civile, il volontariato, i tirocini e i laboratori in collaborazione con l’Università, l’accompagnamento delle persone uscite dal carcere, l’adorazione eucaristica del martedì nella cappellina della Stazione centrale), i passi che vengono compiuti sono sempre quelli dell’ascolto, dell’osservazione e poi dell’azione. L’incoraggiamento a impostare la propria vita secondo lo stile della Carità deriva dall’osservazione della realtà e dal rendersi conto di una sempre più necessaria cultura della fraternità. È stato detto quindi su questi principi il “sì” della nostra comunità parrocchiale alla richiesta presentata dal Vescovo di accogliere sul finire dell’estate nella struttura di San Giusto, dodici ragazzi costretti ad abbandonare il precedente centro di accoglienza. Questo è stato uno di quei gesti che ha fornito l’occasione di interrogarsi e riflettere su alcuni temi non facili da affrontare; il Gruppo Giovani Carità e Missione è una prima concreta risposta di una comunità che, attraverso la preghiera, sceglie di camminare e di mettersi al servizio dei più bisognosi.